Tornano le interviste agli illustratori di Avorio per Traspi.net
Gennaio 4, 2010 in Medley da Cinzia Modena
Traspi.net continua l’esploraizone di Avorio, un libro di 4 racconti scritto da Matteo Gambaro, attraverso le voci delle matite che lo hanno illustrato. Avorio è una immersione graduale nel mondo dei vampiri visto da angolazioni e da altezze differenti. Punti di vista lontani tra loro spostano i coni di luci ed ombre su storie e particolari mai banali. Dark anche sotto un sole arido. Il lettore è intrappolato gradualmente in una semi realtà dai colori forti, ambigui fino alla fine. Una rete di tratti neri chiamati parole costruiscono una rete di pensieri e azioni la cui vittima è duplice: il protagonista con la sua storia e il lettore. In quattro racconti si sviluppa la rete di un mondo immaginifico inquietante. Quattro episodi e un comune filo conduttore. Un commissario e la lotta con e contro i vampiri. Su Traspi.net dopo aver pubblicato una recensione di Avorio abbiamo voluto portare la testimonianza del lavoro da illustratore dando la parola alle firme che hanno collaborato con Matteo Gambaro, partendo da Luca Amerio e Monica Venzo. E’ la volta degli altri due illustratori, Darinka Mignatta e Federico Fiorenzani che hanno “dato un volto” ai racconti “Avorio” e “L’anello”. Un modo per conoscere meglio questi protagonisti che operano nell’ombra di una china.
DARINKA MIGNATTA
I tuoi personaggi hanno in generale espressioni intense.
Mi è piaciuto così tanto questo vampiro fuori dai canoni che non ho potuto fare a meno di rappresentarlo evitando i clichè. Non ha mantello, né capelli lunghi, né un aspetto emaciato. Mi sembrava la soluzione più adatta ad accompagnare l’idea dell’autore.
Dal punto di vista estetico, l’anatomia umana è ciò che più mi piace rappresentare, ed in generale m’ interessa la gente. O meglio m’affascinano le persone e le loro sfaccettature psicologiche. Mi sorprendo a volte ad osservare la dimensione umana come una specie di documentarista: mi piace regalare a questi corpi smaccatamente carnosi e sfacciatamente carnali una personalità altrettanto “voluminosa”.
Ho sempre disegnato. Pare che abbia cominciato a scarabocchiare prima ancora che a camminare. Ho frequentato il Liceo Artistico e L’accademia di Belle Arti senza mai aver avuto dubbi sul percorso che avrei voluto seguire. Non me ne pento nemmeno nei periodi grigi in cui pare che un’artista non serva a nessuno.
Dire quali siano i miei modelli ispiratori non è cosa facile, amo i volumi della scultura classica, le visioni del medio evo, la ricerca del rinascimento, le ridondanze barocche le linee liberty e nonostante ciò anche il rigore di certa pittura orientale.
Ad un certo momento ho capito che una pittrice in senso stretto non era proprio quello che avrei voluto essere. Disegnare per un pubblico d’elite non mi basta. L’editoria fa sì che il lavoro di un artista grafico sia alla portata di molte più persone.
Sono moltissimi i fumettisti e gli illustratori che mi piacciono. Sia orientali che occidentali che europei, ma il mio “maestro” inconsapevole è Serpieri senza dubbio. Autore noto, più che altro, per i suoi soggetti erotici. Genere quest’ultimo che piace molto anche a me.
L’erotismo racchiude in sé tutto ciò che mi piace rappresentare, ovvero corpo, espressione ed anima.
Oh è stato molto divertente! In verità, seppure sia, un’appassionata di giochi di logica, di matematica vera e propria (anche per via del mio percorso di studi) non conosco granché. La collaborazione per questa pubblicazione è nata per caso e, praticamente, non ho la minima idea di cosa ho illustrato!!! L’intenzione era quella di alleggerire un testo dedicato agli studenti. Così ho illustrato con vignette di genere funny i termini che chiamavano la mia attenzione. L’ “eliminazione brutale” ad esempio è un termine matematico, ma ha me ha fatto venire in mente un boia dotato di mazzafrusto e quello ho disegnato.
Può sembrare facile rispondere “qualsiasi cosa, ma è la verità. Mi piace tutto. E’ quasi una bulimia la mia.
Ma se proprio devo scegliere; ora come ora mi affascina il genere steam-punk… magari qualcosa di ispirato a Jules Verne o in generale qualcosa ambientato all’inizio del ‘900. Decadente romantico avventuroso e fantascientifico al contempo. Una bella contaminazione. Mi piacciono le contaminazioni.
FEDERICO FIORENZANI
L’immagine, almeno per come l’ho concepita, offre un percorso visivo all’osservatore: partiamo dall’anello, che già di per se vuole creare un collegamento diretto con il titolo del racconto. L’ho disegnato completamente bianco, sia per attirare l’attenzione e dare un punto di “partenza” sia per rappresentare un’ipotetica idea di purezza. Seguendo un’immaginaria linea obliqua arriviamo al nostro protagonista, dove il bianco dell’anello si trasforma in un sogno infranto dall’angoscia, dal dolore e dalla paura. Saliamo ancora e dall’altra parte della pagina troviamo, completamente scuro in volto, il rabbino: l’oscura presenza che incombe sul nostro protagonista, presenza ulteriormente marcata dal braccio protratto verso il ragazzo, pronta a colpirlo l’ennesima volta, pronta ad influenzarlo e manovrarlo come se fosse una marionetta. Lo sfondo nebbioso e indefinito serve a enfatizzare ulteriormente l’inquietante sensazione di “calma apparente” dell’illustrazione, come nella migliore tradizione horror!
Ho disegnato da sempre, sicuramente influenzato da un padre in passato pittore e scultore, ma anche spinto da un viscerale desiderio di rappresentare le cose per immagini, di creare emozioni per immagini. Ho sempre vissuto questo
grande amore per il disegno con molti alti e bassi. Ho frequentato la Scuola Internazionale di Comics di Firenze ma poi ho appeso le matite al chiodo per diversi anni. Mi sono successivamente riavvicinato, passando da una porta secondaria: la computer grafica. Questa nuova passione mi ha portato a lavorare nel campo pubblicitario nel quale “sguazzo” da diversi anni.
I miei generi preferiti sono sicuramente l’horror e la fantascienza. Cerco sempre, nel disegnare, di creare delle scene con molto tensione, ma che al tempo stesso sembrino sospese nel tempo. Al momento sono molto impegnato sul fronte pittura, un progetto personale che, spero, trovi sbocco in un ‘eventuale mosta personale o collettiva.
I miei riferimenti sono molti e variegati, e si sono evoluti e modificati nel corso degli anni. Quelli che mi hanno segnato maggiormente sono Corrado Roi, con il quale sono cresciuto sulle pagine di Dylan Dog, Gabriele Dell’Otto, uno dei più bravi illustratori al mondo, Dave McKean, per il modo in cui ha saputo interpretare la computer grafica, e Giger, semplicemente perché è Giger! Sarò banale, ma il mio sogno nel cassetto è quello di tanti altri come me: fare della mia creatività più libera e spensierata un lavoro a tempo pieno.
Sono cresciuto leggendo e disegnando fumetti, però con il tempo ho scoperto che l’illustrazione e la pittura mi davano la possibilità di liberarmi completamente dal vincolo della “storia”. Da un lato mi ritengo un pessimo scrittore dall’altro sono un solitario, poco propenso a portare avanti un progetto a più mani. Un conto è lavorare a un illustrazione per un libro/racconto già scritto di cui dare un’interpetazione, un altro è avere a che fare con uno sceneggiatore .
Oltre a questo sono un impaziente nato: fintanto che ho un progetto o un’idea in mente vivo solo in funzione di quello, però dal momento in cui mi metto a lavorarci su, non vedo l’ora di vederla completata arrivando anche ad odiarla! Questo atteggiamento conflittuale, mi da la giusta tensione per completare opere che necessitano al massimo di 1-2 settimane di lavoro, ma tende a logorarmi con progetti di più largo respiro, come può essere una storia a fumetti o una Graphic Novel.
Abbiamo parlato di Avorio non con l’autore ma con i 4 autori delle tavole che corredano il libro di Matteo Gambaro in questo articolo:
“Il libro Avorio raccontato dai suoi illustratori”,
e abbiamo indagato il mondo dell’illustrazione anche con Luca Amerio e Monica Venzo “Gli illustratori di Avorio per Traspi.net”
di Cinzia Modena