Toro, ritorno all’inferno
Dicembre 10, 2001 in Sport da Giovanni Rolle
La formazione di Camolese è incappata in una giornata storta, fatta eccezione per i primi venti minuti, nei quali il Toro ha dato l’illusione al proprio pubblico di poter portare a casa i tre punti. In occasione delle recenti vittorie contro Milan e Verona il Torino aveva fatto affidamento soprattutto sullo stato di grazia di Antonino Asta, ma è bastata una prestazione normale del capitano a limitare il rendimento di tutta la squadra contro i bergamaschi.
L’inizio di gara è favorevole ai granata che al 6’ creano la prima occasione da rete con Scarchilli, il quale prova a sorprendere Taibi fuori dai pali, obbligando il portiere atalantino a rifugiarsi in corner. Al 14’ il Delle Alpi esplode: da una palla rubata da Comotto a Doni nasce l’azione del vantaggio granata, costruita a Asta e Ferrante e finalizzata da Galante, con il difensore in posizione da centravanti.
La partita sembra in discesa per il pubblico granata, ma la squadra di Vavassori si riorganizza velocemente e già al 18’ i nerazzurri si rendono pericolosissimi dalle parti di Bucci; Zenoni mette in mezzo da destra per Rossini, la cui girata attraversa pericolosamente tutta la linea di porta.
Per un breve momento il Delle Alpi dimentica quanto sta avvenendo sul terreno di gioco, quando sul tabellone luminoso compare l’annuncio del ritorno al gol di Ronaldo, che viene accompagnato da un applauso da parte di tutti i settori dello stadio. A riportare i tifosi alla realtà ci pensa però l’Atalanta, che al 25’ imbastisce una chiara occasione da gol; traversone di Rustico, sponda di Rossini e Comandini, nel tentativo di girare a rete, rimane contuso, guadagnandosi un corner. Sul versante granata Asta apre sulla sinistra per Ferrante, la cui conclusione, da posizione angolata, sorvola la traversa. Al 42’ il capitano reclama la massima punizione per una robusta spallata di Rustico, ma l’arbitro De Santis interpreta la gara secondo il modello anglosassone, sorvolando su alcune rudezze da parte degli atalantini, in un contesto, comunque, di sostanziale correttezza da ambo le parti.
Allo scadere del primo tempo viene comandato un minuto di recupero ad è proprio al 46’ che l’Atalanta perviene al pareggio ad opera di Doni, che taglia con un’ottima azione personale una difesa di statue e piazza la palla alla destra dell’incolpevole Bucci. Per il centrocampista atalantino si tratta del decimo centro stagionale.
Nella ripresa è Scarchilli la prima vittima dei cartellini di De Santis, che in seguito ammonirà anche Ferrante e Zenoni. L’ex romanista al 17’ lascia il campo per fare posto a Brambilla, ma la sostituzione non porta i frutti sperati da Camolese. Ad azzeccare la sostituzione è invece Valvassori, che al 19’ manda in campo l’ex granata Colombo al posto di Comandini. Il nuovo entrato viene subito chiamato in causa e trova il modo di non farsi rimpiangere dal suo vecchio pubblico, calciando alle stelle a tu per tu con Bucci. Il gol dell’ex è però rimandato di pochi minuti; infatti, al 24’, nessun granata e pronto ad intervenire sulla respinta di Bucci su un violento tiro da una trentina di metri di Dabo e questa volta Colombo non fallisce l’appuntamento col primo gol in serie A. Per l’arrembaggio dell’ultimo quarto d’ora Camolese getta nella mischia Maspero, al posto di un evanescente Lucarelli, e Tiribocchi per Castellini, con Galante avanzato in posizione di centravanti aggiunto. Le offensive granata mancano però di lucidità e l’unico pericolo per Taibi viene da una punizione di Ferrante, al quale l’estremo difensore nerazzurro nega il centesimo gol in serie A. Il Toro finisce per concedere fatalmente il fianco al contropiede atalantino e nei minuti di recupero Bucci è chiamato ad uscire disperatamente fuori dall’area su Rossini, con conseguente cartellino rosso per il portiere, il cui posto fra i pali viene preso da Fattori, il quale proprio nell’inedito ruolo farà la miglior cosa della sua partita, con una bella parata sulla punizione di Doni.
Il dopopartita di Torino – Atalanta
Torino – Atalanta 1-2
di Giovanni Rolle