Turandot torna all’Arena

Luglio 3, 2003 in Medley da Simona Margarino

“Penso ora per ora, minuto per minuto, a Turandot, e tutta la mia musica scritta fino ad ora mi pare una burletta e non mi piace più. Sarà buon segno? Io credo di sì”


35151

così disse Giacomo Puccini (Lucca 1858-Bruxelles 1924) a Giuseppe Adami (autore, insieme a Renato Simoni, del libretto) nel marzo del 1926. Il grande compositore, appassionato di automobili, motoscafi e trasmissioni radiofoniche, fu molto più di altri un anticipatore, preoccupato dalla fuggevolezza del tempo, del suo movimento e delle sue continue evoluzioni, nel mondo reale e in quello a lui congeniale della musica. Il quinquennio dedicato a Turandot non gli bastò tuttavia a portare a termine l’opera, conclusa, per volere di casa Ricordi, da Franco Alfano, incapace di sviluppare completamente i 23 fogli di appunti cui lavorò sino all’ultimo l’autore nella clinica di Bruxelles (esiste però una successiva versione di Luciano Berio del gennaio 2002): vittima di un attacco cardiaco -a seguito di un’operazione per rimuovere un cancro alla gola-, Puccini morì il 29 novembre del 1924, dopo aver appena completato l’orchestrazione della prima scena del terzo atto. Il destino gli impedì quindi di tradurre almeno in scena, nel congiungimento tra la principessa cinese e il principe tartaro, quell’amore che in vita egli sempre divise tra la madre adorata, le molte sorelle, la “difficile” moglie Elvira, le numerose amanti, vere o presunte, e le eroine dei suoi capolavori.

35152Celebrato nel miglior modo è stato il ritorno di Turandot all’Arena di Verona, dopo otto anni di assenza. L’opera, basata sull’omonimo scritto di Gozzo del 1762 e rappresentata per la prima volta al Teatro alla Scala di Milano (25 aprile 1926) sotto la direzione di Arturo Toscanini, propone in questa versione un meraviglioso allestimento, belle scenografie e un José Cura in ottima forma, fenomenale nel “Nessun dorma”, tanto da suscitare un’ovazione di applausi. Un evento imperdibile per chi desidera lasciarsi coinvolgere da uno spettacolo che sa essere insieme teatro, canto, musica, danza; un coinvolgimento emotivo amplificato dalla cornice di un anfiteatro all’aperto che nessun edificio al chiuso può ovviamente riproporre, con tutti i suoi innumerevoli pregi e qualche inconveniente (possibile disagio del maltempo, posti a sedere non troppo comodi per chi non dispone di cuscini –messi comunque a disposizione dall’efficiente organizzazione…).

Il clima volutamente fantastico e l’esoticismo di una Cina antichissima, arricchiti da motivi melodici ‘ispirati’ a Puccini da un carillon di proprietà dell’amico barone Fassini, la presenza ossessiva dell’orchestra, il suono insistente di percussioni, l’uso dell’eterofonia (ossia l’esecuzione simultanea di diverse varianti di una stessa linea melodica) e del gong testimoniano di un’originalità al di là di ogni pretesa di autenticità. Ma qui soprattutto la grazia leggera di una commovente Liù (Micaela Carosi), l’energia e il gelo di Turandot (Giovanna Casolla), la divertente interpretazione di Ping, Pong e Pang e la mastria del passionale tenore Argentino si coniugano all’atmosfera di enigma e segreto che contraddistingue la storia, in un culminare di tensione, dubbi e paure, sino allo scioglimento finale della inevitabile sconfitta-vittoria di Turandot.

Programma Turandot

Inizio spettacoli h 21.15 (h 21.00 ad agosto).

21,28 giugno – 5,12,19,23,26 luglio – 2 agosto),

Fondazione Arena

Biglietteria: via Dietro Anfiteatro 6/B

Informazioni: tel. 045.800.5151

Fax: 045.973.499

Sito internet: http://www.arena.it

Direttore: Alain Lombard

Regia: Yuri Alexandrov

Scenografie e costumi: Viaceslav Okunev

Maetsro del coro: Marco faelli

Direttore Corpo di ballo: Maia Grazia Garofoli

Light Designer: Paolo Mazzon

Dir. Allestimenti Scenici: Giuseppe De Filippi Venezia

Direttore voci bianche: Antonella Bertoni

Voci bianche: Coro B. Britten

35153I personaggi

Principessa Turandot – soprano – Giovanna Casolla

Imperatore Altoum, suo padre – tenore – Aldo Bottion

Timur, Re Tartaro spodestato – basso – Hao Jiang Tian

Principe Sconosciuto (Calaf) – tenore – Josè Cura

Liù, giovane schiava – soprano – Micaela Carosi

Ping (Gran Cancelliere) – baritono – Marco Camastra

Pong (Gran Cuciniere) – tenore – Iorio Zennaro

Pang (Gran Provveditore) – tenore – Gianluca Floris

Un Mandarino – baritono – Giuseppe Riva

Il Principe di Persia – tenore – Angel Harkatz

Prima ancella – – Daniela Forapani

Seconda ancella – – Antonella D’Amico

Première al Teatro alla Scala – 25 April, 1926

Turandot – Rosa Raisa

Calaf – Miguel Fleta

Liù – Maria Zamboni

Timur – Carlo Walter

Ping – Giacomo Rimini

Arturo Toscanini

di Simona Margarino