Turisti, occhio alla malaria
Luglio 11, 2004 in Medley da Redazione
Se per l’estate avete programmato un viaggio esotico in uno dei 90 paesi a rischio malaria, ricordatevi, prima di partire, durante il soggiorno e dopo il rientro, di seguire la profilassi antimalarica: la protezione non è totale, ma se si viene contagiati l’infezione non sarà violenta.
In Italia si calcola che vi siano ogni anno circa 1000 casi di malaria, per lo più di turisti (2/3), ma sono in aumento quelli di immigrati. In quest’ultimo caso, gli abitanti delle regioni malariche sviluppano una difesa immunologia che si mantiene finché le persone restano nei paesi d’origine, ma la protezione decade quando queste si trovano a vivere in paesi dove la malaria non esiste.
Alcune regioni che si erano liberate dello spettro costituito dalla malaria sono state riguadagnate alla malattia; si può dire, anzi, che tali aree si siano estese a causa dei mutamenti climatici, con l’aumento della temperatura e le disastrose inondazioni (come è avvenuto recentemente in Venezuela, in Mozambico e in Centro America) e dei mutamenti colturali, come l’irrigazione e l’espansione delle risaie nell’Africa tropicale.
Ma come avviene il contagio?
La malaria è trasmessa all’uomo da un unico genere di zanzara, l’Anofele (la sola in grado di ospitare una parte del ciclo di vita del parassita) e solo dalla femmina, che si nutre di sangue (il maschio si ciba di secrezioni vegetali).
Il Plasmodio (il parassita responsabile della malaria) viene iniettato, insieme alla saliva, dalla zanzara quando questa punge l’uomo; esso si riproduce, nelle sue varie forme (Plasmodium vivax, Plasmodium malariae, Plasmodium ovale, non mortali; e Plasmodium falciparum, spesso mortale per le complicanze che porta), in via asessuata nell’uomo e sessuata nell’Anofele. Nell’uomo, dopo una fase epatica che dura 1-3 settimane, il Plasmodio si diffonde nel sangue e penetra in un globulo rosso: qui si divide e si moltiplica, rompe la membrana del globulo e va a invaderne altri. La tipica febbre della malaria si manifesta nella fase in cui il plasmodio si trova libero nel sangue alla ricerca di nuovi globuli da infettare.
Le zanzare sono un semplice mezzo di trasmissione: alla nascita sono esenti dal parassita e si infettano pungendo un uomo già contagiato. Quando l’Anofele succhia il sangue di una persona colpita dalla malattia introduce nel proprio corpo anche il plasmodio in due forme specifiche, maschile e femminile, che qui trovano le condizioni per riprodursi e ricominciare il ciclo.
In Itali l’Anofele è sopravvissuta e, dato che esistono anche alcune migliaia di persone infette, non è impossibile che qualche zanzara, succhiando il loro sangue, venga contagiata e a sua volta faccia ripartire il ciclo. Insetti infetti arrivano anche nei container e nei bagagli provenienti da regioni malariche.
La pubblicazione di questo articolo rientra negli accordi di partnership tra il nostro magazine e Cidimu.it, sito specializzato nella diagnostica e medicina on line.
di Cidimu.it