Tutti qui: Baglioni arriva a Torino
Novembre 29, 2006 in Spettacoli da Momy
La musica, intendo. La lingua più alta. Probabilmente l’unica che ci consente di appoggiare l’orecchio al petto del tempo e percepire il flebile pulsare dell’infinito.
Torino, ne siamo certi, non sfaterà questo record… e accoglierà a braccia e cuori aperti, come ha sempre fatto, un personaggio che da più di trent’anni racconta storie d’amore, e fa innamorare.
Il nostro orecchio musicale ha una sorta di “sesto senso” che si allerta ogni qualvolta si accosta alle melodie di Baglioni, melodie che nel corso degli anni hanno saputo crescere, cambiare, diventare meno “sdolcinate”, più sentimentali e moderne.
Nella sua ultima fatica discografica, Quellideglialtri Tutti Qui, ecco una nuova sorpresa: Baglioni riveste, in chiave seriosa, i panni che indossava in “Anima Mia” e si cimenta nell’interpretazione di brani famosi, di artisti famosissimi.
Qualcuno, maliziosamente, avrà pensato che, col Natale alle porte, occorreva un disco, pardon, un CD, da lanciare sul mercato in vista delle imminenti festività. Ascoltando questo doppio album, ogni dubbio viene fugato: non è sicuramente una raccolta “tirata per i capelli”, composta in fretta e furia, tanto per…
E’ uno studio profondo ed intimistico, un’interpretazione sentita, che rievoca il fascino delle canzoni di questi grandi interpreti, infondendo al contempo una linfa nuova, un tratto distintivo che solo Baglioni poteva dare.
La raccolta spazia da quello che può essere considerato il “big bang” della canzone d’autore italiana, la rivoluzionaria “Nel blu dipinto di blu” (1958), di Domenico Modugno (il “padre” di tutti i cantautori), alle eteree, rarefatte, indimenticabili “Emozioni” (1970) di Lucio Battisti, il capostipite dei cantautori moderni. Il tutto, passando per capolavori immortali come “Se non avessi più te” (Bacalov, ’66), “Il nostro concerto” (Bindi, ‘60) -qui in doppia versione: modera e classica- “La canzone dell’amore perduto” (De Andrè, ‘65), “Io che non vivo” (Donaggio, ‘65), “Io che amo solo te” (Endrigo, ‘62), “Non arrossire” (Gaber, ‘61), “Vengo anch’io, no, tu no” (Jannacci, ‘68), “Se telefonando” (Morricone, ‘66), “Senza fine” (Paoli, ‘61), “Vedrai vedrai” (Tenco, ‘65). Questi sono solo alcuni tra i trenta titoli di questa straordinaria collezione, che potrete ascoltare oggi e domani al Mazdapalace.
Doppio il cd e doppia anche l’anima musicale: moderna nella prima parte, sinfonica nella seconda, dove la grande orchestra rappresenta la cifra espressiva dominante. In entrambi i casi, però, musica “vera” e completamente “acustica”, eseguita senza l’ausilio di sequenze, suoni sintetici o campionamenti.
Curato da Paolo Gianolio -responsabile di arrangiamenti, orchestrazioni e direzione della maggior parte dei brani- “Quellideglialtri tutti qui” ha visto impegnati in arrangiamenti, orchestrazioni e direzioni anche firme prestigiose come Luis Bacalov, Gianfranco Lombardi, Luigi Lombardi e Massimo Zanotti; quattro ensemble orchestrali (Orchestra Roma Sinfonietta, Orchestra dei Colori, Orchestra Digital Records e la Czech National Simphony Orchestra (Praga) e un supergruppo di musicisti, guidati dallo stesso Gianolio (alle chitarre), con una sezione ritmica del livello della coppia Gavin Harrison (batteria), John Giblin (basso), il violino solista di Laura Marzadori e lo straordinario pianoforte di Danilo Rea (“Che cosa c’è”, “Arrivederci”, “Il mio mondo” e “Il nostro concerto”).
Tutti qui: Baglioni a Torino
30 novembre – 1° dicembre
Mazdapalace – h.21.00
di Monica Mautino