Uccidere il padre
Maggio 10, 2012 in Libri da Benedetta Gigli
Autore | Amélie Nothomb |
Titolo | Uccidere il padre |
Editore | Voland |
Pagine | pp. 96 |
Prezzo | Euro 9,00 |
Il protagonista dell’ultimo romando di Amélie Nothomb è un ragazzo, Joe Whip. All’inizio della storia ha 15 anni, vive con la madre Cassandra e non ha mai conosciuto il padre. Cassandra si è sempre rifiutata di dirgli il nome del padre, ma Joe è convinto che nemmeno lei sia sicura di chi l’abbia messa incinta. Cassandra continua a passare da un uomo all’altro, e per l’ultimo che vediamo sulla scena Joe viene cacciato di casa. La madre vuole dedicarsi soltanto al suo ultimo provvisorio amore.
Joe ha una passione, la magia. Inizia a vagare per i bar di Reno, Nevada, stupendo i clienti con la sua abilità. Un giorno si presenta alla porta di Norman Terence, conosciuto come il più abile mago della zona. Norman, insieme alla giovane affascinante moglie Christina lo accoglie in casa come un figlio.
Inizia così un percorso complesso, doppiamente amoroso, intrecciato. Da una lato Norman in breve tempo fa suo il ruolo paterno, sia per responsabilità, sia per affetto, quasi incondizionato. Joe a questo sembra reagire secondo i suoi 15 anni, con tutte le ripulse e le accettazioni del caso. Allo stesso tempo Joe si innamora di Christina fino a farne un’ossessione. Ma Christina ha con Norman un rapporto praticamente perfetto, e verso Joe sviluppa un senso di maternità duale a quello di paternità di Joe.
Dire qualcosa di più di quanto segue significherebbe rovinare il colpo di scena finale, che la scrittrice costruisce con la
consueta maestria.
In poche ma assai dense pagine Amélie Nothomb costruisce così una storia che richiama da vicino il mito, interrogandosi e interrograndoci su questioni fondamentali e sempre attuali: Chi possiamo veramente chiamare padre? Chi ci sceglie, o chi scegliamo? Al di là d’una prosa che scandisce i tempi senza sbavature, e senza lasciare spazio al superfluo, Amélie Nothomb incastona in queste pagine alcune riflessioni fulminanti che da sole varrebbero la lettura. Una per tutte, le pagine dedicate alla danza.