Umm Kulthum: a Voice like Egypt
Luglio 28, 2006 in Cinema da Marcella Trapani
Al Museo di Scienze Naturali nell’ambito della manifestazione MUSEO SERA/ Music Placet, verrà presentato lunedì 31 luglio il film di M. Goldman Umm Kulthum: a Voice like Egypt.
Il film illustra la vita della cantante nel contesto della storia epica dell’Egitto del XX secolo, quando il paese si liberò dal colonialismo. Il regista M. Goldman ha vissuto per più di due anni sul posto, facendo ricerche e filmando con una troupe egiziana.
Dal Premio Nobel N. Mahfuz a una ragazzina di 12 anni in un ristorante all’aperto, le persone comuni parlano del ruolo che la musica di Umm Kulthum ha avuto nelle loro vite e cantano le loro canzoni preferite davanti alla telecamera.
Umm Kulthum studiò per sei anni in una scuola coranica nel villaggio di ‘Izbet al-Hawwal, dove apprese interi brani del Corano e acquisì i primi rudimenti di lettura e di scrittura. Imparò a cantare ascoltando suo padre e spiando le lezioni di canto che questi impartiva a suo fratello Khalid, destinato ad accompagnare lo sheikh Ibrahim nelle sue tournées. Quando il padre scoprì ciò che Umm Kulthum aveva imparato e che aveva una voce molto forte, le chiese di unirsi alle sue lezioni. Grazie alla potenza della sua voce, la ragazzina diventò un motivo di attrazione per il gruppo e infine la cantante principale. Giravano di villaggio in villaggio per tutta la regione del Delta e anche i loro compensi si accrebbero notevolmente.
A partire dallo stesso periodo però ebbe anche dei problemi di salute e personali piuttosto gravi che la portarono a soffrire di cicliche crisi depressive, mentre la sua carriera subì una battuta d’arresto. Umm Khultum ebbe una serie di amori e di legami sentimentali, tra cui quello con il poeta Ahmad Rami, ma si sposò soltanto nel 1954 con il Dott. Hasan al-Hifnawi. La sua forza di volontà e la mancanza di relazioni personali durature avevano diffuso la voce di una sua “mancanza di cuore e di sensibilità femminile”. L’unione con il Dott. Al-Hifnawi, uno dei medici che l’avevano in cura, incontrò anche l’approvazione del suo pubblico perché, durante il periodo della sua malattia, la gente vide Umm Kulthum come un essere umano con una vita personale e bisogni umani simile ai loro anziché come una stella irraggiungibile.
Dopo la sconfitta egiziana del 1967 da parte di Israele, iniziò una serie di concerti nazionali e internazionali che assunsero sempre più il carattere di visite di stato a supporto della causa araba in Palestina. Più che una musicista era considerata “la voce e il volto dell’Egitto”.
Notizie tratte dal testo di V.L. Danielson, “The Voice of Egypt”: Umm Kulthum, Arabic Song and Egyptian Society in the Twentieth Century, Chicago 1997.
Si veda anche il romanzo: S. Nassib, Ti ho amata per la tua voce, Roma 1996.
di Marcella Trapani