Un calcio di pace

Aprile 10, 2003 in 006 da Redazione

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È il pomeriggio del 5 aprile: al Delle Alpi, il derby Juve-Toro, ennesima partita di Serie A avvelenata dalla violenza. A Mirafiori Sud, su un piccolo campo di periferia, solo una grande voglia di amicizia e di sport. Questa l’atmosfera che subito mi colpisce, non appena l’arbitro fischia l’inizio del I Torneo amatoriale “multietnico” di calcio a 5. Le squadre partecipanti sono composte da friulani, occitani, sardi, sinti e maghrebini: tanti popoli diversi, ma che proprio a Torino hanno avuto per la prima volta l’occasione di incontrarsi.

L’iniziativa, unica nel suo genere, nasce da un’idea dell’Associazione Lidrîs e Butui (“radici e germogli”), che riunisce alcuni esponenti della comunità friulana torinese. Ecco perché si inserisce nel cartellone di Avrîl in Fieste, un mese di manifestazioni organizzate allo scopo di ricordare la concessione del potere politico al Patriarca di Aquileia, da parte dell’Imperatore Enrico IV (3 aprile del 1077). Ma perché conservare così a lungo la memoria di un evento tanto lontano? “In quella fatidica data, per la prima volta, i friulani vennero riconosciuti come nazione autonoma, con la loro cultura e le loro tradizioni”, mi spiega Marco Stolfo, uno degli organizzatori, che per tutta la durata del torneo veste, alternativamente, i panni di presentatore e giocatore. “Non solo per noi, però, è tempo di ricorrenze. L’8 aprile, per esempio, è un giorno importante per i sinti; per questo vogliamo festeggiare insieme a loro, coinvolgendo anche altre tessere di quel mosaico che è oggi la società torinese. Il Friuli, inoltre, per la sua posizione geografica, è da sempre un territorio aperto al confronto e al dialogo fra le genti d’Europa e del mondo. È proprio con la manifestazione odierna che intendiamo ricollegarci a questo spirito, lanciando un messaggio di dialogo e pace in un periodo in cui ce n’è tanto bisogno”. A conferma delle sue parole, Marco Stolfo mi fa poi notare la bandiera della pace che sventola, poco lontano, accanto a quella friulana.

Per atleti e spettatori presenti, fra una partita e l’altra, c’è anche il tempo per una merenda, anch’essa, ovviamente, “multietnica”. In tavola: Castelmagno DOC, Pecorino e pane sardo e per finire la “gubana” (dolce del Friuli) accompagnata da pasticcini speziati del Marocco.

In occasione del torneo, a bordo campo, viene persino allestita, dai giovani curatori del magazine www.cartaigienicaweb.it, una mostra di fumetti con opere di autori italiani emergenti. “La rivista, che ha anche un corrispettivo cartaceo e raccoglie strisce di giovani promesse del fumetto, è nata nel 1991. A tutt’oggi viene periodicamente aggiornata sul web e la newsletter viene inviata a oltre duemila abbonati. Purtroppo, però, siamo ancora alla ricerca di una sede “fissa” racconta il responsabile, Fabrizio Fassio.

Una manifestazione molto varia, dunque, che si conclude ormai in serata, con la vittoria in finale della squadra dei sinti. “Sono molto contento di questo risultato, dal momento che sono stati i sinti stessi a chiederci di partecipare al torneo” sostiene Antonino Bufalo, Coordinatore della Sottocommissione sport presso la Circoscrizione X “Iniziative come questa, che in futuro certamente intensificheremo, dimostrano che lo sport è davvero la ricetta giusta per avvicinare culture apparentemente molto distanti”.

Magari prendessero esempio da un simile evento gli ultras del Delle Alpi!

di agente Davide Prette