Un cappello pieno di ciliegie
Dicembre 16, 2009 in Libri da Gabriella Grea
Titolo: | Un cappello pieno di ciliege |
Autore: | Oriana Fallaci |
Casa editrice: | Rizzoli International |
Prezzo: | € 20,00 |
Pagine: | 859 |
Tra le braccia dell’Autunno può sembrare bizzarro entrare nel salotto domestico con “un cappello pieno di ciliegie”. Invece saranno proprio le pigre domeniche novembrine ad offrire l’atmosfera ideale per immergersi nelle 860 pagine dell’ultimo romanzo di Oriana Fallaci, pubblicato postumo nell’estate del 2008. Non si tratta di una novità editoriale, ma cogliamo l’occasione di proporvelo poichè è stato recentemente pubblicato sempre da Rizzoli in edizione economica, consentendone l’acquisto ad un pubblico più vasto. Il testo è arrivato alle rotative attraverso il dattiloscritto che la Fallaci stessa consegnò al nipote e suo erede testamentario, Edoardo Perazzi, corredato delle indicazioni per la pubblicazione.
Nel corso delle ultime interviste rilasciate l’autrice accennava all’esistenza di questo romanzo definendolo il “mio bambino, […] un bambino molto difficile, molto esigente, la cui gravidanza è durata gran parte della mia vita d’adulta. Il cui primo vagito si udrà non so quando. Forse quando sarò morta.” (Oriana Fallaci). Chissà potrebbe suonare come un oscuro presagio o una lucida consapevolezza dell’inesorabile progredire della sua malattia. “Perché no? Le opere postume hanno lo squisito vantaggio di risparmiarti le scemenze o le perfidie di coloro che senza saper scrivere e neanche concepire un romanzo pretendendo di bistrattarne gli autori.” (Oriana Fallaci).
Ormai nella partita a scacchi con la morte O.F. sapeva a chi spettava lo scacco vincente, ma fino all’ultimo ha conservato con lucida concentrazione la sua intelligente ironia. Così “ Ora che il futuro s’era fatto corto e mi sfuggiva di mano con l’inesorabilità della sabbia che cola dentro una clessidra, mi capitava spesso di pensare al passato della mia esistenza e di cercare lì le risposte con le quali sarebbe giusto morire.”. Da questa esigenza di risposte O.F. concepì il suo romanzo: una saga che copre gli anni dal 1773 al 1889, con viaggi nel tempo, a ritroso nel passato ed incursioni nel futuro, in una tavola imbandita che ospita gli antenati di Oriana, Garibaldi, Mazzini: piccoli eroi e grandi protagonisti di un’epopea familiare. “E tutti quei nonni e nonne, bisnonni e bisnonne, arcavoli e arcavole, insomma tutti quei miei genitori diventarono miei figli. Perché stavolta ero io a partorire loro, a dargli, anzi a ridargli, la vita che essi avevano dato a me.”.
Riassumere in poche righe il contenuto del romanzo è inutile oltrechè impossibile, mentre vorrei evidenziarne la meravigliosa prosa, il periodar elegante e ricercato, ma mai stucchevole e ridondante. “La prima volta che sedetti alla macchina da scrivere mi innamorai delle parole che emergevano come gocce, ma una alla volta, e rimanevano sul foglio.” Questo romanzo è un regalo a tutti gli innamorati delle parole, a coloro che ancora si commuovono negli amplessi delle figura retoriche, che giocano a rimpiattino con i registri letterari. Si rivolge agli esausti della giustifica addotta dagli autori contemporanei – l’immediatezza della comunicazione impone la sterilità del linguaggio. Ecco, contro il romanzo “mordi e fuggi”, vi propongo 900 pagine di pantagruelica cultura.
di Gabriella Grea