Un fumetto indimenticabile
Febbraio 17, 2001 in il Traspiratore da Redazione
Il 13 febbraio è stata pubblicata su alcuni giornali degli Stati Uniti la tavola di commiato dei Peanuts. La scomparsa di Schulz ha fatto calare il sipario sui suoi conosciutissimi personaggi, ormai insediati nell’immaginario collettivo delle ultime generazioni grazie all’immediata capacità di identificazione che offrono. La loro principale caratteristica è, infatti, quella di presentarsi come un manipolo di provocatori di coscienze in pieno travaglio esistenziale; la loro incredibile capacità di inscenare baruffe, gelosie, complessi, sogni e meditazioni è in grado di fomentare una sommossa silenziosa nel subcosciente di milioni di persone.
Tutti gli innamorati dei Peanuts hanno sofferto all’annuncio che, d’ora in avanti, verranno solo più riproposte vecchie strip, iniziando da quelle degli anni Settanta. Snoopy ha usato per l’ultima volta la sua storica macchina da scrivere rispettando appieno il desiderio di Schulz di far finire con lui le avventure della sua banda di piccoli filosofi e adulti in miniatura, tutti rappresentazione di un’umanità perdente senza essere stata mai sconfitta, ma anche speranzosi di trovare un futuro diverso.
La scelta di non far continuare le vicende dei Peanuts ad altri disegnatori, ma terminarle insieme al loro ideatore, dopo che per mezzo secolo hanno tenuto compagnia a varie generazioni, pur rattristando tutti, è la decisione più giusta. Apprezzeremo, quindi, solo repliche dei celebri disegni dai risvolti sociali con le battute trasmesse attraverso i messaggi dal bracchetto Snoopy che, non potendo parlare, è costretto ad usare tale sistema per comunicare. E non potremo mai dimenticarLo, il nostro eroe, sopra la sua cuccia, sempre intento a scrivere romanzi con il solito inizio “era una notte buia e tempestosa…”, nonostante nessuno gliene pubblichi mai uno, benché vari sempre il personaggio che impersona, presentandosi a volte come aviatore, altre come condottiero o romanziere o chissà chi ancora.
Gli oltre 300 milioni di copie vendute di giornali contenenti queste storie semplici e profonde, con personaggi cervellotici e problematici, ingenui ed indifesi, ansiosi e candidi, danno atto della popolarità raggiunta dai Peanuts. Il vero segreto di tale successo era però stato svelato dallo stesso Schulz quando raccontò: “La storia di Charlie Brown, il bambino malinconico, era la mia, ma non potevo sapere che il mondo è pieno di Charlie Brown”.
Contraltare ai tanti appassionati, vi sono altri lettori di fumetti che non hanno apprezzato le storie di Snoopy, ritenendole noiose e tristi. A costoro il maestro ha rivolto una dedica personale quando gli chiesero perché mai intingesse così volentieri la stilografica nell’infelicità; il vecchio disegnatore sorrise e rispose come un qualsiasi Charlie Brown: “La felicità non è molto divertente: è meravigliosa, ma non è divertente”.
di Giuse Ortali