Un Giro da Basso
Maggio 7, 2006 in Sport da Federico Danesi
LIEGI – Sei chilometri giusto per prendere il ritmo. Gli altri 3520 per arrivare in rosa a Milano. Il Giro d’Italia è sulla rampa di lancio e mai come quest’anno si annuncia aperto ad ogni possibile un risultato. Non un favorito assoluto, anche se Ivan Basso fa paura a tutti, ma una rosa di nomi relativamente ampia. E, quel che più conta, almeno sulla carta tutti nomi italiani.
A cominciare da Paolo Savoldelli, che arriva con una convinzione diversa da quella di un anno fa alla partenza. Ha vinto il suo secondo Giro, è il capitano designato della Discovery Channel, alla ricerca di un erede di Armstrong, e ha terreno utile per recuperare quello che eventualmente potrebbe perdere sulle salite più impervie.
Il discorso opposto che vale per Simoni e Cunego. Due generazioni a confronto, separati da dieci anni e da una concezione del ciclismo profondamente diversa. Il trentino è maturato tardi, ha cominciato a vincere da ciclista esperto, e si è sentito tradito da tutti quando è arrivato il talentino veronese. Ha abbozzato finché ha potuto, ma oggi, con la maglia della Saunier, parte per vincere, sapendo che potrebbe essere l’ultima occasione. Diametralmente opposta la situazione del “Principino”. Nel 2004 stupì tutti, e forse anche e stesso, trionfando a nemmeno 24 anni. Oggi, dopo una stagione travagliata, sembra aver ritrovato il colpo di pedale giusto e soprattutto la giusta convinzione.
Lo spauracchio resta Basso. Otto anni dopo Pantani potrebbe vincere Giro e Tour e non è missione impossibile. Paradossalmente per lui sarà più facile in terra di Francia, perché qui dovrà dosare le forze sino all’ultima settimana. Può guadagnare dappertutto, sia a cronometro che in montagna, e la Csc ha l’organico migliore. Sta tutto a lui.
Di Luca, quarto un anno fa, si è preparato in maniera diversa ma non sembra poter reggere sino in fondo. Può puntar al podio, esattamente come i migliori tra gli stranieri: Rujano, la sorpresa di un anno fa, pronto già a fare le valigie per passare alla Quick Step; Garate, buono per un piazzamento; Parra Pinto, passato alla Cofidis dopo le due grandi vittorie al Giro 2005; il belga Gilbert e il vecchietto terribile Honchar.
Capitolo a parte meritano i velocisti: Petacchi contro tutti, Petacchi contro la storia. Lo spezzino della Milram punta a raggiungere e superare Fausto Coppi, fermo a quota 22 vittorie al Giro. Ne ha 19, ma dovrà sfruttare le poche occasioni a suo favore, cercando di tenere testa ai rivali di turno, McEwen su tutti.
Dove e quando si deciderà il Giro? Nell’ultima settimana, con tute le difficoltà altimetriche che ci sono. Ma già prima presenta appuntamenti importanti: come il ritorno della cronosquadre, da Piacenza a Cremona, gli insidiosi arrivi di Saltara e della Maielletta, la lunga crono di Pontedera. E poi il Colle San Carlo nella tappa di La Thuile, l’arrivo al Monte Bondone, quello temutissimo sullo sterrato di Plan de Corones, il doppio appuntamento in quota prima al San Pellegrino, poi all’Aprica dopo aver scalato Tonle, Gavia e Mortirolo. Chiunque vinca a Milano non lo farà per caso.
di Federico Danesi