Un Ricordo di Peppo
Maggio 9, 2004 in 006 da Redazione
Giovedì 6 maggio, ore 17. Sala Azzurra, un folto gruppo di studiosi ed amici si riunisce per ricordare lo scrittore Giuseppe Pontiggia, in occasione dell’uscita del Meridiano che raccoglie tutte le sue opere.
Ernesto Ferrero, Riccardo Chiaberge, Renata Colorni, Eva Cantarella, Daniela Marcheschi parlano di un funambolo della parola e della vita.
L’IDENTIKIT
Lo scrittore
Osservando l’enorme mole del Meridiano con tutti i suoi scritti, lui che era un uomo di pari imponenza fisica, per snellirlo avrebbe sicuramente utilizzato ironicamente “l’alibi semantico del grasso”, per cui nel descriversi preferiva una piccola sostituzione di vocali, da grasso a grosso…
E’ questa la sua impareggiabile maestria nell’abitare le parole, farle scivolare sulla pagina come un’abile giocoliere, e tra un passaggio e l’altro smontare le ipocrisie della vita. Fulminei affondi a fine frase, spostamenti di lettere per svelare il vuoto e la banalità che tanto spesso si annidano nel nostro linguaggio.
L’uomo
Era tutto il contrario del letterato che vive chiuso in una torre d’avorio, anzi…. Un uomo con una curiosità vivissima per la vita quotidiana che sapeva raccontare con vivacità straordinaria.. Un uomo che con garbo e gentilezza sapeva mettere subito le persone a proprio agio… Un uomo speciale…
– La missione
Cercare, scovare, l’immenso margine d’inespresso che esiste nella vita, l’ombra che si allarga accanto ad ogni luce, ad ogni parola pronunciata.. UN ASSAGGIO DEI SUOI SCRITTI SULLA SCRITTURA “Si scrive né per sé, né per gli altri, si scrive per quel sé che coincide con gli altri”.
Da “Il raggio d’ombra”, racconto di un uomo che aveva ogni angolo della casa ricoperto da libri…
“C’era una domanda alla quale Perego, come chiunque possegga molti libri, riusciva raramente a sottrarsi, domanda che gli sembrava un indice tra i meno conosciuti ma tra i più inquietanti della ottusità universale: “Li ha letti tutti?”.
Aveva sperimentato vari tipi di risposta pur presago che quella più illuminante sarebbe stata il silenzio. Aveva provato, sfidando l’evidenza e precipitando nell’ebbrezza dell’assurdo a rispondere: “Sì”. L’interlocutore di solito aveva un sussulto di sorpresa, i più ignari chiedevano tra il dubbio e l’ammirazione: “Ma veramente?” e al secondo sì impavido, reclinavano il capo. Ad altri aveva cercato di fare capire che il libro non è un cibo che si deteriora ma una provvista che si fa per altre stagioni, per inverni rigidi e per estati ombreggiate, e che il piacere dell’attesa non è meno intenso di quello dell’appagamento, ed è, se non altro, più certo.”
IL RICORDO
Alla Marcheschi, curatrice del Meridiano, chiediamo che cosa significa leggere Pontiggia per un giovane: “La morte in banca… innanzi tutto. Occorre leggerlo perché racconta l’emozione d’essere vivi e quindi tutti i problemi e le sconfitte, e racconta come si costruisce e si guarda con fiducia e speranza al futuro, nonostante tutto.”
BIBLIOGRAFIA
Grazie Peppo! Giuseppe Pontiggia, Tutte le opere, I Meridiani , Mondadori , pp.2104, €49.
BIOGRAFIA
“Pontiggia, chi era costui?” Giuseppe Pontiggia, narratore e critico, nasce a Como nel 1934. Accanto all’attività di scrittore si segnala il costante impegno critico con una serie di saggi su temi della narrativa classica e moderna (Pindaro, Lucano, Sallustio, Borges, Gadda, Sinisgalli), raccolti nel 1984 (Adelphi, mentre successivamente pubblicherà con Mondadori) in un unico volume (Il giardino degli Esperidi). Il suo esordio come narratore avviene nel 1959, con il lungo racconto autobiografico La morte in banca. A questo fanno seguito L’arte della fuga (1968), e dieci anni più tardi Il giocatore invisibile (Premio selezione Campiello 1978). Nel 1983 (frutto di una lunga elaborazione) esce Il raggio d’ombra. Più recentemente sono state pubblicate due opere interessanti soprattutto per la loro organizzazione a struttura ‘in serie’: La grande sera (1989, Premio Strega) e Vite di uomini non illustri (1993), serie di racconti. Negli ultimi anni sono da segnalare due ulteriori raccolte di scritti saggistici di vario genere: Le sabbie immobili (1991) e L’isola volante (1995), dai quali è evidente il rapporto di stretta connessione tra le due attività, narrativa e saggistica, dello scrittore.
di agente Gabriella Addivinola