Una forma di vita
Febbraio 28, 2011 in Libri da Benedetta Gigli
Titolo: | Una forma di vita |
Autore: | Amélie Nothomb |
Casa editrice: | Voland |
Prezzo: | € 14,00 |
Pagine: | 128 |
È per questo che amo la corrispondenza: una mediazione ideale tra l’isolamento totale e il contatto con gli altri
Amélie Nothomb
Ogni volta che si compra un libro di Amèlie Nothomb è come acquistare una scatola a sorpresa: non si sa mai quale sarà l’argomento trattato, ma soprattutto quale parte di noi saremo inevitabilmente costretti a mettere in discussione. Una forma di vita è un romanzo epistolare, uno scambio di lettere tra Amélie Nothomb e un soldato americano di nome Melvin Mapple che si trova a Baghdad. Melvin racconta dell’oppressione della vita militare che lo ha portato ad essere obeso e bulimico e Amélie gli suggerisce di descrivere nei minimi dettagli il suo corpo e il suo rapporto con il cibo non solo attraverso le parole ma anche attraverso la body art. Un giorno però Melvin smette di rispondere alle sue lettere.
In quest’ultimo libro ritroviamo la Nothomb di Igiene dell’assassino e de La Cosmetica del nemico, caratterizzati da uno stile originale e irriverente, che ci lascia stupefatti, ma allo stesso tempo ci costringe ad aprire gli occhi sul mondo che ci circonda e ad affrontare le nostre più intime paure . Lo scambio di lettere tra i due diventa un’indagine psicologica. Le parole, si fanno strumento di lettura e di interpretazione dei due protagonisti che si vedono obbligati a mettersi impietosamente in gioco.
La forma epistolare non è nuova nell’opera della Nothomb, né tanto meno nella sua vita personale, infatti ha affermato di leggere tutte le lettere che le arrivano e di rispondere a quelle che ritiene più interessanti: “io intrattengo relazioni epistolari da ben prima di essere una scrittrice e forse non sarei diventata questa scrittrice – in ogni caso, non la scrittrice che sono- senza questo continuo e instancabile scambio”.
Finito il libro, viene voglia di provare a scriverle. Chissà mai ci trovasse molto originali e decidesse di scriverne una storia.
di Benedetta Gigli