Una lunga notte
Novembre 17, 2002 in Attualità da Sandra Origliasso
Antonella Cilento “Una lunga notte”, Guanda pp. 208 13.50 euro
Profili di putridi feti, disposti in fila su di un alto scaffale in vasi di vetro. Sotterranei traboccanti cadaveri nei quali uno scienziato in erba trafuga. Un amore per la realtà che costeggia perennemente l’idea della degradazione fisica.
Gaetano Giulio Zummo è stato ricevuto presso le più importanti corti d’Europa, ha conosciuto la Firenze di Cosimo De’Medici e la Parigi del Re Sole, eppure seguita ad inseguire un’illusione: la fama di grande ceroplasta. Il successo in “Una lunga notte” di Antonella Cilento (Guanda), gioca a testa e croce: da una parte i serpenti della Medusa e dall’altra la sontuosità degli arredi barocchi.
L’esistenza di Gaetano, svoltasi nel seicento barocco, rispecchia un mondo che rincorre concetto di logica senza riuscire a raggiungerlo. L’ansia della peste e la confusione dei vicoli popolari è riprodotta esattamente, con una narrazione precisata nel lessico ricercato, fondata sul vero storico tanto a caro allo stesso Alessandro Manzoni. Infatti questo romanzo segna anche la riscoperta di un artista dimenticato, ma realmente esistito, su cui l’autrice ha compiuto delle lunghe ricerche. La novità di Zummo rispetto ai suoi contemporanei, ci informa la Cilento, stava nell’originalità con la quale al posto delle contadine ben tornite sostituiva immagini di cadaveri devastati ed impalliditi dalla povertà. In conclusione, la riflessione sulla morte riesce a mantenere un tono leggero del tutto estraneo alla tragedia.
di Sandra Origliasso