Una notte in Biblioteca
Aprile 3, 2007 in Spettacoli da Roberto Canavesi
Per definizione consacrato alla lettura ed all’apprendimento, la biblioteca può anche essere spazio per divertenti scambi di volano o per un’allegra cantatina, piuttosto che all’improvviso prendere vita e diventare luogo magico dove i libri, uscendo da una secolare immobilità tra scaffali e archivi, iniziano a conoscersi e raccontarsi, interrogandosi e scrutando su come sia il mondo di fuori: si presenta così Una notte in biblioteca, lo spettacolo di Jean-Christophe Bailly, appositamente concepito per essere realizzato nelle biblioteche, andato in scena alla Biblioteca Reale di Torino con piena soddisfazione di un pubblico all’inizio un po’ spaesato ma poi attento nel seguire l’itinerario narrativo che vede protagonisti quattro libri (i bravi Paolo Bocelli, Filippo Berti, Ivan Olivieri e Laura Cleri) pronti a prendere vita per “raccontare e raccontarsi” dal loro punto d’osservazione sul mondo.
In perenne oscillazione tra serio e faceto, tra surreale e comico, muovendosi tra i lettori-spettatori diligentemente seduti ai tavoli di lettura, i quattro libri-attori scherzano e dileggiano, si scherniscono e si leggono: ed ecco ironizzare su usi e costumi degli abituali frequentatori, o interrogarsi, scivolando sugli armadi lignei della meravigliosa Galleria del Beaumont, su quanti e come possano essere i mondi al di fuori delle vetrate che delimitano la sala di lettura. Un continuo botta e risposta, da Bailly immaginato in otto scene per un’ora di spettacolo, che vede gli spettatori testimoni interessati di una riflessione sull’importanza della lettura e dei libri, quasi dimenticando di trovarsi all’interno di una rappresentazione teatrale.
Non è proibito, ma è un altro mondo, ancora un altro mondo. Anche questo diverso la notte e il giorno secondo quanto si sa: così risponde il conferenziere Bertoli al più giovane ed ultimo arrivato Fantolin che gli chiedeva se fosse possibile andare a teatro. Il segreto di tutto, a bene vedere, è proprio nell’immaginare altri mondi, fughe ed evasioni dove, anche solo per una sera, fantasia ed immaginazione possano diventare magicamente più veri della realtà.
di Roberto Canavesi