Una via per Kabira Essaoui?
Gennaio 11, 2002 in Attualità da Claris
“Sembrava una puttana”, ecco la giustificazione del musulmano integralista Essaoui per il delitto della moglie Kabira. La storia è cronaca recentissima, episodio che ha generato riflessioni e discussioni, che ha portato molti a non ignorare la convivenza a volte non immediata tra culture differenti, le difficoltà d’integrazione tra religioni. Soprattutto deve potare tutti a capire che gli estremi non sono tollerati da nessuna religione (come giustamente sottolineato da importanti esponenti religiosi musulmani italiani, tra cui l’imam di Torino), che questo delitto è perversione, esattamente come quelli dei genitori da parte di figli normali nel Veneto di qualche anno addietro.
Michele Serra in seguito alla tragica morte di Kabira Essaoui, accoltellata a morte dal marito, ha proposto di dedicarle una via di Torino, affinché tutti possiamo ricordarci che il rispetto delle persone deve essere superiore ad ogni credenza, ad ogni impulso.
Questa proposta, secondo la presidente della Commissione Pari opportunità del Comune di Torino, Monica Cerutti, pone anche riflessioni più ampie sul tema del sequestro e abuso del corpo femminile che sono “tratti distintivi di quasi ogni cultura”.
“Indipendentemente da quali siano le vere ragioni di questo delitto – dichiara Monica Cerutti – vanno fatte alcune considerazioni che si riallacciano al fenomeno generale della violenza contro le donne, che sfugge ancora ad una concreta quantificazione, soprattutto perché non tutte le aggressioni vengono denunciate e nella maggior parte dei casi avvengono tra le mura di casa. Al riguardo il Comune di Torino ha istituito il Coordinamento Cittadino contro la Violenza alle Donne con l’obiettivo di rispondere e prevenire questo drammatico problema che invece arriva ai media solo quando la violenza giunge al massimo della sua intensità, come nel caso della sfortunata marocchina ”.
Altrettanto importante è il tema dell’integrazione nella società occidentale della donna musulmana, “ schiacciata – spiega la presidente Cerutti – tra il modello femminile di libertà della nostra società e la tradizione di sottomissione all’uomo tipica di un certo tipo di cultura.” Un conflitto vissuto talvolta pesantemente soprattutto dalle giovanissime che sono nate in terra italiana e frequentano le nostre scuole.
“In questo ambito – conclude la presidente – la Commissione Pari Opportunità della Città di Torino potrebbe aprire il confronto sollecitato da Serra con le comunità musulmane per affrontare insieme questi problemi, consapevoli che non esistono soluzioni preconfezionate o civiltà superiori.
di Claris