Valbusa, Di Centa, Piller Cottrer e Zorzi per Traspi.net
Febbraio 19, 2006 in Sport da Claris
I quattro vincitori della staffetta azzurra raccontano la gioia dell’oro olimpico a Torino 2006.
Russia? Norvegia? Paesi del Nord? E dove sono? E chi lo sa? Ma è così importante poi? No, perché tanto i migliori nel fondo siamo noi, anzi “Siamo noi, siamo noi, i campioni dell’Olimpo siamo noi”. Così cantano Fulvio Valbusa, Giorgio Di Centa, Pietro Piller Cottrer e Cristian Zorzi al culmine della gioia per l‘appena conquistata medaglia d’oro olimpica nella 4×10 km di fondo.
Questo inno ha accompagnato l’inno italiano in tutte le feste olimpiche oggi nella Torino innevata di questa seconda domenica d’oro azzurra. E dopo i salti nelle bandiere italiane di Pragelato, dopo il bagno di folla nella Medal Plaza, i 4 eroi sono andati a farsi coccolare dal Coni a Casa Italia. Anche qua applausi, fiumi di champagne (anche addosso a microfoni e telecamere), un assegno per ciascuno di ben 130.000 euro, consegnato dal presidente Gianni Petrucci, e domande, risposte, aneddoti.
Ed allora i nostri moschettieri in ordine sparso ci hanno raccontato emozioni e gioie, tutti disponibili nonostante la giornata faticosissima e la 50 km da preparare con la massima coscienza. Loro sono:
Giorgio, la gioia di oggi…
Indescrivibile. Tutto perfetto: vincere un’Olimpiade sotto la neve, davanti al proprio pubblico, di domenica e in una specialità di squadra penso sia il sogno di qualsiasi atleta dei Giochi invernali.
Giorgio, cosa è per te il fondo?
Il fondo è uno sport che richiede molti sacrifici, ma costa poco in attrezzature, materiali e impianti e può regalare grandissime soddisfazioni sul piano umano, nonché sportivo. Io lo consiglio ai ragazzi e non certo per i soldi che si possono guadagnare ma per i valori di vita che insegna, soprattutto nelle gare a squadre.
Pietro, un’analisi tecnica della gara.
Penso di poter definire impeccabile il lavoro svolto in tecnica classica da Fulvio al lancio e Giorgio in posizione due. Sono stati due fantastici segugi che hanno controllato le operazioni degli specialisti dell’alternato per darmi un testimone scottante ma con un ritardo minimo. Io poi ho cercato di attaccare nell’ultimo giro della mia frazione per cedere il testimone con un po’ vantaggio a Zorro, che ha attaccato in maniera indemoniata e vincente.
Pietro, la spinta del pubblico.
Enorme, quando ho preso il testimone sentivo il calore della gente vicina a me. E mi hanno detto che sulle tribune dello stadio sono cominciate le ola della fola!
Fulvio, sei il “nonno” della compagnia.
Volevo chiudere la carriera con una medaglia alle Olimpiadi, è arrivato l’oro, è incredibile, sono soddisfatto perché abbiamo dato tutto, abbiamo messo il cuore, siamo stati forti e uniti.
Fulvio, come era la pista?
Difficile, estremamente faticosa per le salite secche. Anche per questo l’oro ha un sapore davvero speciale. E ci fa piacere emulare i nostri compagni d’oro di Lillehammer ’94.
Christian, in pochi chilometri sei passato da 10 a oltre 30 secondi di vantaggio. Come hai fatto?
Guarda è stato quasi incredibile anche per me! Mi giravo e vedevo tedeschi e svedesi sempre più lontani. Io ho solo pensato a tirare il più possibile senza fare calcoli di nessun genere. Ho dato tutto ed è andata bene, anche se fino al traguardo mi sembrava tutto troppo facile e strano!”
Christian, una vittoria cercata e viva, come il rosso dei tuoi capelli!
La nostra squadra è eccezionale, è stata una vittoria del cuore e dell’intelligenza.
E per l’Italia dell’ex campione olimpico Albarello questa vittoria è un segno di grande continuità: 2 ori e 3 argenti da Albertville ’94 a Torino 2006.
Ordine d’arrivo
1. Italia 1 h 43’45″7 – Fulvio Valbusa, Giorgio di Centa, Pietro Piller Cottrer, Cristian Zorzi
2. Germania a 15″7 – (Andreas Schluetter, Jens Filbrich, Rene Sommerfeldt, Tobias Angerer
3. Svezia a 16″ – Mats Larsson, Johan Olsson, Anders Soedergren, Mathias Fredriksson
4. Francia a 37″1
5. Norvegia a 1’10″6
6. Russia a 1’24″2
di Claris