Valeria Golino salva la faccia al cinema italiano a Venezia 2015
Settembre 15, 2015 in Cinema, Net Journal, Primo Piano da Pierluigi Capra
Il cinema italiano non riesce a portare a casa premi dalla Mostra del Cinema di Venezia numero 72, nonostante 4 film in concorso: Sangue del mio sangue di Marco Bellocchio, Per amor vostro di Antonio Gaudino, L’attesa di Piero Messina e A bigger splash di Luca Guadagnino.
Già non vinse nulla a Cannes, con registi del calibro di Nanni Moretti, Matteo Garrone e Paolo Sorrentino, ed ora a Venezia 2015 salva la faccia al cinema italiano Valeria Golino che vince la prestigiosa Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile. Eccellente nella parte di Anna, la protagonista nel film di Gaudino.
Anna che i genitori anziani hanno messo da piccola in un collegio di suore, poi sposa un uomo violento, usuraio e camorrista (nel film l’ottimo Massimiliano Gallo), mette al mondo tre figli di cui uno sordomuto e vede la sua vita spegnersi lentamente. Una donna che non riesce a prendere posizione, ad affermarsi, soffre un senso di inadeguatezza prevalente; la sua vita è cosi grigia che il regista la gira con il bianco e nero.
Un bianco e nero usato anche per sottolineare le sue suggestioni. Gli incubi dei passeggeri su un autobus che vomitano acqua e vociferano con sussurri e grida provenienti dagli abissi, le incursioni animate di uno sfondo mare-cielo-terra oltre la finestra di casa che prende vita e color pastello per smuovere il ritmo della desolazione interiore della donna, gli accenni di musical casalinghi tra madre e figli ritmato dalle parodie musicali del Quartetto Cetra. La Golino incontra una Napoli che non c’è, tutto è visto in prima persona attraverso la sua soggettività; anche il paesaggio è interpretato dal suo sguardo. Le periferie degradate di Napoli e i cieli da cartolina, le carcasse e il sogno celestiale dell’Empireo.
Anna ha la grande dote innata di voler sempre aiutare gli altri, agevola tutti, ascolta tutti, ha sacrificato la sua vita per gli altri, trova un lavoro stabile come suggeritrice sul set di una serie televisiva e di lì inizia il suo riscatto, incontra l’affascinante, anche se un po’ enigmatico, Michele (Adriano Giannini) e si innamora. Subisce un sobbalzo emotivo, riesce ad emergere ed inizia la stagione di affrancamento da questo stato, “un percorso verso la luce” come afferma Gaudino in un’intervista.
Il regista l’ha cercata perché per lui era fondamentale avere proprio Valeria Golino per la sua bellezza e il suo rovescio, per il suo volto incisivo, per i suoi contrasti, per la sua espressività. Per la sua capacità di far esploratore le contraddizioni sopratutto dovendo girare scene dove affioravano i ricordi nella memoria di lei bambina chiusa il collegio. Brava anche nel linguaggio dei segni e nel dialetto napoletano. “Volevo raccontare” afferma Gaudino “quanto è importante la memoria e quanto il passato, una volta riaffiorato, possa dare coraggio oppure sfiducia”.
Per amor vostro (dove “vostro” include pure gli spettatori) è anche un film sociale, perché mette in evidenza il danno dell’usura, dei negozi Compro Oro, dell’omologazione e dell’autocensura.
Giuseppe Gaudino era già venuto a Venezia nel 1985 nella sezione De Sica con il film Aldis, poi in concorso nel 1997 con il film Giro di lune tra terra e mare e ancora con tre documentari: nel 2001 Scalamara, nel 2003 Materiali a confronto. Albania 1994-Italia 2002 e nel 2010 Per questi stretti morire (scritto a 4 mani con Isabella Sandri).
Nove minuti di applausi hanno accolto al Lido la prima proiezione pubblica del film Per amor vostro in Sala Grande al Palazzo del Cinema al Lido di Venezia. Gli spettatori sono rimasti in sala a lungo durante i titoli di coda dimostrando di aver gradito molto l’interpretazione dei protagonisti ed in particolare di Valeria Golino, che era accompagnata dal compagno e coproduttore del film Riccardo Scamarcio. Tra il pubblico a vedere il film c’erano, tra gli altri, Saverio Costanzo con Alba Rohrwacher e Jonathan Demme.
La Golino vinse già la Cappa Volpi a Venezia 29 anni fa con Storia d’amore di Citto Maselli. Allora interpretò la parte di una ragazza che faticosamente si era conquistata un’indipendenza economica nella Roma del sottoproletariato urbano, fu un premio che la Golino di allora visse con spensieratezza, ingenuità e voglia di far festa mentre oggi l’approccio è diverso la contentezza è la stessa, e lo dimostracon una interminabile sfilza di ringraziamenti in sala grande, sul red carpet e in conferenza stampa, ma la consapevolezza la rende sicuramente più emozionata.
Si deve ormai considerare una grande, autorevole e affermata attrice che ha vinto, tra gli altri: 2 David di Donatello, 3 Nastri d’Argento, 3 volte il Globo d’Oro e che ha vissuto dal 1988 al 2000 a Los Angeles, in California, dove ha lavorato ad una ventina di film. Basti pensare alla superba interpretazione in Rain Man – L’uomo della pioggia di Barry Levinson, che per questo film vinse l’Oscar per la miglior regia, con Dustin Hoffman e Tom Cruise nel 1988, a Lupo solitario di Sean Penn nel 1991 e a Four Rooms, di Quentin Tarantinonel 1995.
La Golino ha dimostrato che anche con una ridotta troupe e un budget minuscolo (si parla di soli 700.000 euro) si può ottenere un grande risultato artistico in grado di incantare e coinvolgere il pubblico.