Van der Sar si scopre rifinitore
Aprile 11, 2001 in Sport da Roberto Grossi
La sconfitta patita dalla Roma a Firenze ha riaperto nuovi scenari in un campionato che sembrava già terminato con largo anticipo. Alla Juve però preferiscono scegliere il profilo basso nel commentare il tonfo giallorosso. La parola d’ordine che serpeggia nell’ambiente bianconero, valida per tutti, è chiara: vietato esultare per le disgrazie altrui, pensare solo in casa propria cercando di vincere più partite possibile da qui alla fine. Poi, si vedrà.
Non fa eccezione alla regola il portiere Van der Sar, il quale ha scoperto di avere nuovi talenti nel suo bagaglio calcistico. Suo è infatti l’assist di settanta metri che ha permesso domenica scorsa ad Inzaghi di involarsi verso la porta veronese nell’azione del rigore decisivo. E non è la prima volta che il lungo nordico si inventa “rifinitore”: era infatti già successo contro il Vicenza al Delle Alpi, quando un suo rinvio fu finalizzato anche quella volta a dovere da Superpippo, lesto ad approfittare delle qualità balistiche di Van der Sar. “Non è uno schema che proviamo in allenamento, sottolinea Edwin, ma una esigenza dettata dal momento specifico. Di solito mentre rinvio cerco Zidane, altre volte invece approfitto della rapidità di Filippo, ma non c’è nulla di studiato. So di avere un buon calcio, preciso e potente, e allora ne approfitto. Qualche volta la giocata riesce e siamo tutti contenti”.
Qualcuno si chiede se non sarebbe allora utile spingersi qualche volta in avanti, magari nelle gare in cui il risultato è compromesso e a pochi istanti dalla fine: “Non nego che mi piacerebbe provare a fare gol come è già successo al mio compagno Rampulla o più recentemente a Taibi. Ma non nella partita che vale lo scudetto, perché in quella sfida vorrei risultare il migliore in campo soltanto facendo il mio dovere tra i pali. Magari parando un rigore, cosi sarebbe il massimo della soddisfazione”.
E a proposito di sfide-scudetto, ecco saltare fuori il “profilo basso” studiato negli spogliatoi, una piccola bugia per tenere i piedi ben ancorati per terra: “Per noi la sconfitta della Roma non cambia nulla. Ci sono ancora sei punti di svantaggio da rimontare ad una squadra che non mi è apparsa in crisi. Il nostro dovere è quello di correggere gli errori commessi nelle ultime gare, inclusa quella di Verona. Tireremo i conti solo alla fine”.
La conclusione è riservata al suo futuro in bianconero: “Sono contento di essere alla Juve, conclude Edwin, e voglio rimanerci più tempo possibile. So di avere la fiducia della società e sono sereno. Carini? E’ stato preso ad agosto e non a novembre, quindi prima della mia crisi. Ciò significa che è stata fatta una scelta per ringiovanire la squadra pensando al futuro, e io la condivido. Anche perché non potrò giocare in eterno…”.
Capitolo infermeria: Ancelotti ha ieri recuperato Zidane ma ha dovuto fare a meno di David Trezeguet. L’attaccante transalpino ha infatti svolto solo mezz’ora di preparazione in palestra, poi si è dovuto sottoporre ad esami ecografici per un problema muscolare alla gamba destra che mette in dubbio la sua presenza contro l’Inter.
di Roberto Grossi