Vestire in ufficio? L’italiano è poco formale
Aprile 19, 2010 in Moda da Cinzia Modena
Quando si parla di moda si pensa spesso alle passerelle di Firenze o Parigi, oppure allo stile giovane, quello che si può incrociare per le strade e nei locali o vedere esposto nelle vetrine dei negozi. Ma… quante ore passiamo in ufficio? Durante il giorno si trascorre gran parte delle ore dietro una scrivania, in macchina o dietro un bancone. In piedi o seduti. Noi italiani come amiamo vestirci? Sono cambiate molto le preferenze rispetto a dieci, quindici anni fa? Sembrebbe di sì. Ecco come siamo oggi.
Un’indagine effettuata sul sito di Euroffice, emerge che il “dress code” preferito dal 57% degli Italiani dal lunedì al venerdì è il “casual curato”, un concetto tutto italiano, tale per cui l’abbinata pantalone o gonna / giacca o maglioncino è in realtà il frutto di approfonditi studi e prove davanti allo specchio. In particolare, a vestirsi casual è il 63% delle donne contro il 37% degli uomini, spesso più obbligati alla mise d’ordinanza in giacca e cravatta.
E infatti, su un 9% del campione costretto a un abbigliamento più formale, in giacca e cravatta, il 78% sono uomini, anche in virtù del fatto che sono soprattutto questi ultimi ad occupare le posizioni di più alto livello manageriale (i quadri donna rappresentano mediamente il 22%, mentre le dirigenti si fermano al 12%, per scendere sotto al 6% per posizioni di Board Management, secondo una ricerca di NorthgateArinso).
Il 20% degli intervistati da Euroffice sceglie invece il jeans, un vero passpartout per tutte le occasioni che, in ambienti non particolarmente formali, risulta essere il capo più gettonato. Tra chi predilige il jeans, spiccano le donne (67%), che riescono spesso a ingentilirlo con accessori glamour e di lusso, mentre per gli uomini (33%) rappresenta la classica scelta del casual Friday, come da recente tradizione statunitense.
Solo il 13% ammette di studiare il proprio abbigliamento per farsi notare in ufficio, trasformando i corridoi in vere e proprie passerelle di moda, con tanto di “tacco dodici” e griffe in bella vista.
Per finire, un misero 2%, composto esclusivamente da uomini, confessa di prediligere la comodità, recandosi sul luogo di lavoro in tuta e scarpe da tennis.
Nonostante l’attenzione al dettaglio tutta made in Italy, però, solo il 3% degli intervistati afferma di dedicare allo shopping la propria pausa pranzo (93% donne), un dato con ogni probabilità influenzato dall’attuale momento economico decisamente poco favorevole.
A conferma di questa tendenza, sempre da un’indagine realizzata su www.euroffice.it, emerge che il 72% del campione analizzato preferisce una pausa “low cost”, scegliendo di pranzare a casa (30%), direttamente davanti al PC (22%) o nell’area ristoro dell’ufficio (17%).
“La crisi economica ha effettivamente determinato il cambiamento di alcune abitudini che impattano sulla vita d’ufficio” ha affermato Diego Vicamini Country Manager Euroffice Italia. “Dallo shopping per le vie del centro all’acquisto sul web, dal pranzo al ristorante al packed lunch preparato a casa: negli ultimi mesi abbiamo assistito a un mutamento delle tendenze che riflette perfettamente quello che sta accadendo a livello del mercato globale. Proprio la crescente propensione ad acquistare su web lo dimostra: ormai i clienti sanno che è su web che, grazie all’abbattimento di una serie di costi di struttura, si possono trovare le offerte più concorrenziali, con livelli di servizio anche migliori.”
www.euroffice.it
di Cinzia Modena