Vince Verona, Mondovì beffata.
Ottobre 8, 2001 in Sport da Federico Danesi
Ha vinto Verona, ha perso il Ciclismo. L’Uci ha deciso ieri che i Mondiali su strada del 2004 si correranno a Verona e Bardolino, sede delle cronometro; il Veneto ha battuto, oltre la spagnola Valladolid e l’irlandese Dublino, anche tre rivali nostrane, Caneva, Imola e Mondovì.
Così, ancora una volta, il Piemonte, terra di campionissimi come Girardengo e Coppi, non avrà la soddisfazione di ospitare la rassegna iridata, che mei si è corsa sulle nostre strade. La federazione internazionale ha premiato, è vero, l’Italia che alla vigilia appariva sfavorita nei confronti della Spagna, nazione in questo momento all’avanguardia del ciclismo mondiale, ma hanno prevalso logiche di potere quanto meno strane, visto che Verona era già stata sede iridata solo due anni fa. Già nell’occasione l’Uci si lamentò per un circuito troppo facile, quello delle Torricelle, (vittoria di Freire allo sprint), ma nonostante questo la candidatura della città veneta ha avuto il favore degli undici membri votanti.
I maligni sussurrano che abbia prevalso il potere di Teofilo Sanson (tra l’altro noto tifoso del Toro) e della sua squadra. Un’opinione condivisa in parte anche da Lorenzo Tealdi, responsabile tecnico del Comitato organizzatore di Cuneo, che dalla capitale lusitana ha manifestato la sua amarezza: “Siamo molto delusi. Avremmo accettato serenamente di perdere da Valladolid o da un’altra città italiana, ma da Verona proprio no. Non ci sentivamo secondi a nessuno, ma quando questa mattina abbiamo capito che il ballottaggio sarebbe stato tra noi, Verona e Valladolid, qualche sospetto ci è venuto. Ci hanno detto che è stato scelto il Veneto per una migliore ricettività alberghiera, ma anche da quel punto di vista eravamo tranquilli e coperti”. Amara la conclusione: “Se dipenderà da me, non avanzeremo più la nostra candidatura per i Mondiali, ci sono giochi troppo sporchi”.
Mondovì, nonostante padrini eccellenti e la relazione ottima del delegato Uci Charly Mottet, probabilmente ha pagato l’errore della Federazione italiana, incapace di presentare una candidatura unica, escludendo quindi Verona. Il Col di Cuneo, comunque, non demorde: sta già lavorando per le tappe del prossimo Giro.
di Federico Danesi