Week-end di convegni tra sport e sociologia
Aprile 2, 2001 in Sport da Claris
Due interessanti convegni si sono svolti tra sabato e domenica scorsi. Al Teatro Carignano di Torino venerdì c’è stato il talk show “Lo sport è per tutti?” con il coordinamento di Gabriele Ferraris. Sabato al Sestriere il TOROC ha organizzato il dibattito “Olimpiadi e Paraolimpiadi invernali: e il turista disabile?”:
Il convegno di venerdì pomeriggio, organizzato dalla Provincia di Torino, rientrava nell’ambito del progetto “Iperolimpia – Ragazzi del 2006” e ha rappresentato un’importante tappa del progetto che ha visto l’adesione di oltre 2500 giovani dell’intera provincia di Torino iscritti ai “Ragazzi del 2006”.
IperOlimpia si caratterizza come programma per rendere partecipe il segmento giovanile nella formazione e nella realizzazione diretta di un evento di Sport e Spettacolo. Nel periodo aprile/giugno 2001 oltre un milione di cittadini saranno partecipi di un tour divertente e coinvolgente, che attraverserà le principali aree della Grande Distribuzione Organizzata, i Centri Urbani e le Associazioni Consortili di Commercianti nella provincia di Torino. Giocare, aggregare, divertire, coinvolgere e parlare di Sport per tutti, intercettando il grande pubblico nelle aree commerciali, questo e’ il primo obiettivo del Tunnel IperOlimpia: un gioco che attirerà il piccolo, l’adulto, l’anziano e dopo un tour intenso e partecipato, si concluderà il 10 giugno con una grande kermesse con giochi e spettacolo aperta a tutti i partecipanti ad IperOlimpia ed a “Porte Aperte allo Sport per tutti”.
Venerdì il talkshow condotto da Gabriele Ferraris in occasione del lancio della manifestazione itinerante IperOlimpia e del relativo coinvolgimento diretto in essa dei Ragazzi del 2006, ha ricevuto l’onore della presenza di importanti testimonial internazionali: Andre’ Van Lierde dell’agenzia dello Sport del Ministero Belga; Kalevi Olin, parlamentare finlandese e docente di sociologia dello sport; Monica Albet, componente del gruppo “Organizzazione Volontari Olimpiadi di Barcellona; Nicola Porro, docente di sociologia dello sport all’università’ di Cassino; Marco Bertoluzzo, criminologo, responsabile del progetto “Casa dei Conflitti” del Gruppo Abele, nonché ospiti del mondo dello spettacolo.
Il dibattito ha rappresentato anche una prima occasione pubblica per descrivere il progetto al mondo dell’informazione, agli amministratori dei Comuni, con una consistente rappresentanza dei Ragazzi del 2006 iscritti ad IperOlimpia. Una rara occasione, insomma, per avere insieme sul palco esperti internazionali di “Sport per tutti”, di sociologia e di esperienze europee su di un tema che si configura come nuovo e prioritario, come area formativa importante, non solo per il segmento giovanile, ma anche per le politiche sociali dei piccoli e grandi centri urbani.
A cinque anni dalle Olimpiadi e Paraolimpiadi Invernali del 2006, Torino e il territorio hanno fatto, sabato al Sestriere, il punto su opportunità e criticità legate al grande evento sportivo, tracciando le linee guida per dotarsi delle strutture necessarie ad essere pronti e operativi per l’appuntamento del 2006.
Torino e il Comitato Organizzatore dei Giochi Olimpici vogliono vincere anche la sfida del turismo e dello sport per disabili. Di questo si è parlato presso il Grand Hotel Principi di Piemonte all’interno del III Simposio sulla Gestione del Traumatizzato. L’incontro ha sicuramente contribuito alla sensibilizzazione e alla soluzione delle problematiche legate alla gestione e all’accoglienza del disabile nelle nostre strutture alpine.
Il convegno, dal titolo “Olimpiadi e Paraolimpiadi invernali: e il turista disabile?”, promosso dal TOROC, Comitato Organizzatore dei Giochi Olimpici, davanti ad una platea formata dalla comunità medico-scientifica, dagli operatori turistici, dalle amministrazioni pubbliche e dalle comunità montane, ma anche da tutti coloro che saranno coinvolti nell’evento olimpico, è stata l’occasione per tracciare la situazione attuale da cui partire per poi analizzare tutti gli aspetti relativi alla presenza del disabile ai giochi olimpici: l’accoglienza e l’ospitalità, le informazioni, le strutture, le tecnologie, e altri aspetti organizzativi, medici e tecnici.
L’importanza e il connubio tra sport e disabilità dev’essere affrontato sotto diversi aspetti, primo fra tutti l’offerta di strutture adeguate e l’accesso alle manifestazioni sportive quale punto di partenza per promuovere l’attività sportiva dei disabili e conseguente possibilità di recupero e inserimento sociale.
In questo senso gioca sicuramente un ruolo fondamentale la FISD, Federazione Italiana Sport Disabili, che oggi conta circa 15.000 tesserati e 500 società sportive affiliate, promovendo, permettendo e disciplinando la pratica sportiva a sette tipologie di handicap. Gli interventi in programma hanno offerto un quadro completo della situazione, andando a toccare e approfondire le problematiche e le questioni tecniche attinenti la pratica realizzazione di quegli interventi necessari a garantire il turismo delle persone disabili e l’accesso di queste alle strutture sportive.
L’attenzione si è focalizzata su due aspetti principali: informazione e strutture. E’ necessario garantire, sia per gli atleti sia per il pubblico, strutture e infrastrutture adeguate, prive di barriere architettoniche, adattate alle normative vigenti in materia; strutture e impianti che al termine dei Giochi Olimpici rimarranno a disposizione degli atleti disabili. Illustre relatore è stato Patrick Schamasch, direttore della Commissione Medica del Comitato Olimpico Internazionale.
Come sottolineato da Tiziana Nasi, presidente del Comitato operativo per le Paraolimpiadi, “Il convegno ha voluto essere un primo passo verso una maggiore partecipazione del turista disabile alle Olimpiadi; un primo passo verso un più semplice e effettivo accesso alle strutture sportive e un altro decisivo passo verso il 2006”.
Vale la pena ricordare che le Paraolimpiadi devono la loro origine all’idea di usare lo sport come pratica di riabilitazione per i reduci di guerra. E’, infatti, in Inghilterra, nel 1948, che il neurologo Sir Ludwig Guttman decide di utilizzare lo sport per migliorare la qualità della vita delle persone mutilate o ferite durante un conflitto. Nel luglio dello stesso anno viene organizzata, in concomitanza con l’apertura dei Giochi Olimpici di Londra, la prima edizione dei Giochi di Stoke Mandeville.
Quattro anni dopo si svolgono i Giochi Internazionali su sedia a rotelle e nel 1960, a Roma, terminati i Giochi Olimpici, hanno luogo i primi Giochi Paraolimpici, cui partecipano 400 atleti provenienti da 23 nazioni. I Giochi Paraolimpici di Seul 1988 segnano l’inizio delle Paraolimpiadi moderne, con nuove classi di partecipanti con diversi handicap fisici, visivi e mentali, e con una visione dell’evento come una vera e propria manifestazione sportiva e atletica.
Le Paraolimpiadi Invernali di Nagano, Giappone, nel 1998 hanno visto la partecipazione di circa 570 atleti provenienti da 32 diverse nazioni; per i Giochi Paraolimpici di Salt Lake City, USA, del prossimo anno, si prevedono circa 1000 atleti da 40 nazioni e un pubblico pagante di circa 325.000 spettatori.
La IX Edizione delle Paraolimpiadi Invernali si terrà a Torino nel 2006 due settimane dopo la fine delle Olimpiadi. Le gare, suddivise in diverse categorie a seconda delle tipologie di handicap (fisico, visivo o mentale) si suddividono in cinque discipline, Biathlon, Corsa sul Ghiaccio, Sci Alpino, Sci di Fondo e Hockey sul Ghiaccio, e si terranno in alcuni degli stessi impianti che ospiteranno le discipline Olimpiche.
All’interno del TOROC, è stato creato il Comitato Operativo per le Paraolimpiadi, di cui è presidente Tiziana Nasi, che gestirà in modo specifico un gruppo di lavoro che si occuperà di tutte le questioni riguardanti la manifestazione.
di Claris