Westlife, crooners d’Irlanda
Febbraio 7, 2005 in Musica da Gino Steiner Strippoli
“…Allow Us To Be Frank” è il nuovo album di 4 ragazzi irlandesi con una innata vocazione musicale allo swing jazz. L’ispirazione a Sinatra è evidente, cosi come appare naturale storcere il naso al proliferare di così tanti ‘crooner’. Ma ce n’è bisogno? Sentire il grande Frank fino ad arrivare a Louis Prima, Dean Martin, Bing Crosby, tanto per citare alcuni grandi del passato, può solo far aumentare la nostalgia per il tempo trascorso, soprattutto per gli amanti del genere.
Il ritorno al falsetto swing, all’atmosfera ‘sinatriana’, sembra quasi la moda degli ultimi 5 anni per accaparrarsi una fetta di mercato discografico rimasta un po’ in ombra. Anche in Italia c’è stato il ritorno di Jonny Dorelly, ma almeno lui, negli anni che furono, fu giustamente definito il Sinatra bianco!
E cosi dopo l’operazione Robbie Williams e dopo Michael Bublè, ecco arrivare dalla patria degli U2 e dei Cramberries i crooners “Westlife”.
Diffidenza a parte, superata dopo il primo ascolto, bisogna ammettere che i “ragazzi” ci sanno fare. Begli incroci vocali. Si inizia con la swingante “Ain’t That a Kick In The Head” e per un momento vengono rievocati i film Hollywoodiani di Fred Astarire e Ginger Rogers. Indimenticabile la raffinata “Fly Me To The Moon”, che però perde molto rispetto a celebri versioni.
Charlie Chaplin ha scritto una delle più belle canzoni di sempre, “Smile”, gli irlandesi Westlife la eseguono bene, senza sbavature, ma anche senza troppo pathos. Meglio fanno quando si dedicano a suonare ed eseguire un jazz tradizionale come “Let There Be Love”.
Il movimento si velocizza nella celebre “Come Fly With Me”. Si arriva ad una storica “Mack The knife” e il sottoscritto ha sempre nelle orecchie la voce di Armostrong, del celebre Louis, in un concerto memorabile che fece infiammare il pubblico europeo con la sua voce roca, potente che raggiungeva l’anima di ognuno. Non me ne vogliano i Westlife, ma quando si cammina su un campo minato…
Questa band è un bel quartetto, sono bravi perché sanno cantare bene, non annoiano, però chi conosce lo swing va diritto agli originali e scusate se è poco. Diciamo cosi: i Westlife sono giovani bravi e bisogna puntare su di loro, però li attendiamo a prove originali, inedite, per capire veramente quanto la loro anima sia da veri crooners.
di Gino Steiner Strippoli