Wrestling show a Torino
Ottobre 25, 2004 in Sport da Redazione
Un successo che non ha stupito nessuno, quello di Down’n Dirty l’altra domenica sera al Mazda Palace di Torino. I giganti di ferro della World Wrestling Entertainment, a Torino con il supporto organizzativo di Metropolis, si sono esibiti in due ore di spettacolo puro infiammando un pubblico che non aveva certo bisogno di incoraggiamenti.
Ad aprire le danze, sul ring torinese, ci hanno pensato Rob Van Damme e Rey Mysterio, due fra i wrestler più amati dal pubblico italiano. RVD ha fatto sfoggio dei suoi numeri più classici, ed il palazzetto è esploso in una tempesta di flash quando l’atleta ha buttato giù Luther, oltre due metri per centocinquantachili di peso, con il suo salto dall’ultima corda, la famosa “Split Leg Moounsault”. Rey non è stato da meno: dopo aver tenuto testa a Jindrak, titano dagli addominali a guscio di tartaruga, ha chiuso il match con la consueta six-one-nine, in un boato del pubblico in delirio.
Nel secondo incontro Funaki ha incontrato in un match valido per il titolo Cruiserweight il figliol prodigo della famiglia Dudley: Spike “The boss” Dudley. Benché il pubblico fosse tutto per l’atleta nipponico, Spike ha conservato facilmente il suo titolo, schienando l’avversario in una manciata di minuti.
Una pioggia di fischi ha dato invece il benvenuto sul ring a Carlito, il nuovo campione degli Stati Uniti, l’ultimo acquisto nella famiglia dei “cattivi”, che solo una settimana fa è stato capace di metter KO l’inossidabile John Cena. Contro di lui è andato Hardcore Holly, wrestler navigato e di grande esperienza. Il match è stato equilibrato e combattuto soprattutto fuori dal ring, per gioia e tripudio degli spettatori delle prime file. Carlito ha conservato il suo titolo, ed ha lasciato l’anello accompagnato dal medesimo coro di fischi che lo aveva accolto all’entrata.
Ma è stato l’ingresso dell’Undertaker a far venire giù il palazzetto dagli applausi. Tutti rigorosamente in piedi, a scattar foto e a sventolare cartelli e striscioni. Il becchino più famoso del mondo ha attraversato la folla urlante senza mai staccare gli occhi dal suo avversario, il gigantesco Heidenreich, che già lo aspettava sul ring. Il match è stato segnato da un incidente accaduto nei primi minuti: una corda del ring ha ceduto e si è strappata, facendo precipitare l’Undertaker direttamente sul pubblico della prima fila, fortunatamente senza contusi. L’episodio non ha minimamente turbato i due wrestler, che fedeli alla regola del “the show must go on” hanno seguitato a darsele di santa ragione dentro e fuori dall’anello. Il non-morto ha chiuso l’incontro con la sua micidiale “tombstone piledriver”, tecnica ereditata dal catch giapponese col nome originario di “spaccacervello”.
Dopo una breve pausa per ricostruire il ring e dar tempo di comprare altra birra e hotdog caldi, lo spettacolo è ripreso con un match di coppia in un’insolita formula “due contro due contro due”. La coppia Suzuky & Dupree ha difeso il titolo contro i fratelli Dudley e contro gli applauditissimi F.B.I., Full Blooded Italian. La cintura è restata al suo posto, ma Nunzio e Stamboli, italiani purosangue per necessità di copione, hanno conquistato il pubblico sventolando la bandiera tricolore e portando un bambino del pubblico in spalla.
L’ingresso di BigShow, protagonista insieme a Kurt Angle dell’incontro successivo, lascia tutti a bocca aperta: due metri e venti per duecentotredici chili, una montagna umana che ha pochi precedenti nel mondo del wrestling. Nonostante le interferenze di Luther a bordo ring, BigShow vince l’incontro, frittellando al suolo Kurt Angle con la sua finale “show stopper”.
E’ la volta di Rico, accompagnato dalla bellissima Miss Jackie. Il wrestler affronta Billy Kidman, da poco passato ai cattivi dopo la rottura con Paul London. Incontro spettacolare e molto tecnico che si conclude con un “mounsault” di Rico, salto mortale all’indietro dall’ultima corda.
Ultimo match, ultimo cammeo della serata, l’incontro fra JBL, attuale campione del mondo, e Eddie Guerrero, il guerriero “del cuore”. Il pubblico è tutto per Eddie, ma il campione texano, aiutato a bordo ring dal suo braccio destro, Orlando Jordan, riesce miracolosamente a conservare il titolo.
Scrosciano gli applausi e il sipario si chiude.
Le luci si riaccendono su un’arena stanca e sudata.
Per terra popcorn calpestati e ridotti a poltiglia, palline di carta e avanzi di cibo. Attorno al ring un cimitero di bottigliette di plastica e lattine ammaccate, triste testimonianza della presenza dei soliti lanciatori di oggetti. No, non potevano mancare, naturalmente. Ci sono sempre in ogni manifestazione, alle partite di calcio, ai concerti allo stadio. Non si perdono un solo evento, e sono disposti a pagare qualsiasi cifra per venire a tirare la loro bottiglietta d’acqua minerale. La madre dei cretini è sempre incinta, si sa.
di Andrea Roscigno